Un nuovo intermezzo visivo... Lago Laceno il 25 Maggio 2008. Erano le 15.00 del pomeriggio quando decisi di recarmi per scattare foto particolari e con una luce del tutto diversa dal solito. La giornata era perfetta e sia il Lago che l'Altopiano mi hanno regalato scatti meravigliosi.
giovedì 19 giugno 2008
sabato 7 giugno 2008
31 Gennaio 2006... sugli sci!


La giornata volgeva al termine, il buio dietro i monti stava per avanzare e decisi di rientrare al campo scuola dato che ormai avevo lasciato la compagnia per dedicarmi in solitaria alla discesa. Mentre arrivai al campo ricevetti anche le "bestemmie" di Eduardo che sfinito chiedeva aiuto affinchè qualcuno gli portasse gli sci per qualche metro. Eravamo tutti stanchi ma divertiti (tranne uno) e quella discesa in seggiovia con la neve e con la visione del lago quasi al tramonto rimase impressa negli occhi di tutti noi per molto tempo, ancora oggi riesco a ricordare ogni singolo metro e ogni parola che ci dicevamo in quella "lunga" discesa che ci condusse finalmente alla nostra auto pronta per il ritorno a casa. Durante il viaggio di ritorno Carmine guidava e raccontava le sue imprese sciistiche, Eduardo imprecava, Donato se n'era tornato ad Acerno ed io e Sergio a conclusione di una splendida avventura, in barba "a quei due" che parlavano e "consumavano ossigeno", ci stendemmo lungo i seggiolini posteriori uno con i piedi verso lo sportello destro e l'altro verso il sinistro e cosi dormimmo fino al ritorno.
domenica 25 maggio 2008
La mia vita sul Lago
Un video emozionante per me legato a tanti ricordi e a tantissime giornate passate sull'altopiano. Tutte le foto e i video sono prese dai miei archivi fotografici.
venerdì 16 maggio 2008
La prima volta con la neve :inverno 2005-2006(da un vecchio appunto)

Tempo di posare gli zaini e di ringraziare la madre del mio amico che scendemmo a fare una camminata per il paese. Simone era "scioccato" perchè io e Gianni non facevamo altro che passeggiare nelle chiazze di neve e soprattutto camminavamo nell'eraba davanti agli occhi di tutti che passeggiavano per strada. Arrivati in piazza decidemmo di svegliare Roberto e poi andammo a chiamare anche Donato! Donato con la sua vecchissima auto, capìì perchè eravamo saliti e allora ci caricò e decise di portarci in un posto. Ma prima di arrivare al garage per prendere la macchina, nel paese si scatenò una "guerriglia nevosa" con Simone, il quale da buon Acernese non esitò a lanciarmi un "pezzotto" di legno contro! (che ricordi).
Donato aprii il garage e ci fece salire...direzione Piano del Gaudo! L'euforia era alle stelle, già alla Madonna delle Grazie la neve era abbondante, Polveracchio era uno spettacolo e la Croce del Magnone era impraticabile. Proseg


Quei ragazzi ci fecero passare una girnata stupenda, anche a discapito di una macchina che dopo è stata portata allo scasso...ma non seppi fino a qualche giorno dopo, che Simone e gli altri amici, conscevano il mio stato d'animo per una mia delusione e organizzarono tutto per farmi dimenticare quell'episodio! Che amici! Come fare a dimetnicare queste esperienze!?!?!?
(tratto da un vecchio appunto abbandonato sui miei fogli)
martedì 13 maggio 2008
Ricordi, pensieri e...
Quando si inzia a conoscere un posto e quando diventa intensamente un "piccolo confidente", un luogo magico e pieno di valore, ti rendi conto che alla base di tutto quel "sentire" c'è quella fiamma dei ricordi che arde ogni qual volta guardando una pianta, una montagna o una persona si accende e inzia a bruciare. Mentre brucia, non è possibile scappare e dove ha creato un "incendio" il terreno non diviene brullo ma fertilissimo e con se porta tantissimi frutti nel pensiero.
Cosi è il mio rapporto con questo angolo di "paradiso irpino" dove ad ogni singolo elemento riesco ad accostare un ricordo, un'avventura e un sentimento che nella memoria rinnovano tanta soddisfazione e tanta gioia.
Il ricordo, i pensieri, le emozioni sono quel miscuglio indispensabile che ti portano a scrivere pagine e pagine senza interruzione, anche in quei giorni dove pensi non si possa dar "voce" a niente di particolare, dove basta una foto per mettere in moto l'ingegno e creare un fiume di parole che difficilmente potrà andare in secca.
Pensando alla miriade di ricerche storiche e alle tantissime informazioni che in questo periodo sto raccogliendo sul Laceno per comprendere a fondo la storia e le tradizioni sull'altopiano, il mio pensiero è andato indietro nel tempo e passo dopo passo è riuscito a collegare e a rimettere in piedi ogni singola avventura, ogni singolo passaggio e ogni singola esperienza vissuta sul Lago ed è arrivato il momento che la mia mente fresca di queste recezioni inzii a raccontarvi e ad "immortalare" per iscritto tutto ciò che c'è stato di divertente, di interessante, di triste (capita) e di entusiasmante in questi anni. Davanti ai miei occhi come un film "fotogramma per fotogramma" si perpetrano le vicende nell'autunno 2006, le competizioni ciclistiche, le indimenticabili "trasferte" della "Compagnia del Raiamagra", le nevicate storiche, i pomeriggi d'

lunedì 5 maggio 2008
Il microclima perfetto e mutevole
Il Laceno come conformazione geografica è un luogo che da vita a numerosi fenomeni metereologici e sia l'altopiano che la presenza del lago sono elementi precisi di un microclima che fa impazzire gli appassionati di meteorologia campani e non solo.
Molte sono le storie di nevicate abbondanti, di metrate di neve mentre sulle Alpi si faticavano a raggiungere i 10 cm, molte ancora sono le storie di estese gelate e di temperature glaciali impensabili in Campania (eppure i -16.8° sono stati toccati sotto gli impianti di risalita, e forse si è giunti anche ai -21° nell'altopiano).
La grandezza del Laceno sta anche in questa capacità di aggregare e far appassionare migliaia di persone in Campania e in tutta Italia a questi fenomeni straordinari e degni di nota.
L'altopiano per la sua posizione a 1100 m e per la sua estensione e formazione a conca è il luogo ideale per la dispersione del calore durante la notte e quindi è l'ideale per quel fenomeno scientifico chiamato inversione termica. Cosi, capiterà di poter registrare minime da paura in inverno, quando l'assenza del vento permette la dispersione del calore più rapidamente e senza sosta, con parecchi gradi sottozero e inoltre notevoli saranno le escursioni termiche in estate dove diverse volte si è potuto constarare un calo di oltre 23° tra il giorno e la notte. Le brinate possibili in ogni periodo dell'anno e quel fenomeno particolare della nebbia quasi perennemente presente che rende caratteristico il paesaggio quasi tutte le mattine. L'inversione di notte rende gelido l'altopiano, raffredda erba ed acqua e ai primi raggi del sole il tutto si trasforma in nebbioni fitti e bassi che scompaiono solo quando il sole avrà completamente ricoperto con i suoi raggi la piana.
In inverno è consigliabile (con molta prudenza) recarsi sulla riva del lago al risveglio dei monti ed osservare la miriade di piante congelate e il lastrone di ghiaccio formatosi sull'acqua che fa splendere il sole e lo riflette verso le piante ed i monti.
Le nevicate frequenti a volte si trasformano in vere e proprie bufere e a Laceno non è difficile trovarsi in situazioni particolari da sovrascorrimento dove ba

In estate l'aria è frizzantina nonostante le temperature elevate ed il vento sarà l'artefice di questa sensazione di refrigerio che vi allieterà e vi renderà i soggiorni talmente piacevoli da rimpaingere l'altopiano ritornati nella calura della piana. Consigliabilissimo però attrezzarsi e organizzarsi sempre con giubbotti, maglie e ombrelli, in quanto nonostante nelle ondate calde, quando il phoen imperversa e la piana "arde", i temporali pomeridiani da termo-convettività possono essere all'ordine del giorno , tanto da passare dall'estate piena, all'autunno inoltrato.
Un microclima particolare difficile da interpretare e anche da narrare a volte; sempre ricco di sorprese e sempre ricco di particolarità, tanto che a volte (e secondo me è l'ideale) per parlare del clima lacnenese non occorrno tanto trattati scientifici o studi precisi, bensi narrazioni di eventi e di storie realmente accadute per documentare quel ch'è stato e classificare l'evento all'istante cercando di darsi una spiegazione convinti e consapevoli che la natura alla prossima occasione simile ci stupirà cambiando atteggiamento.
venerdì 2 maggio 2008
Il Silenzio... "vivere" l'altopiano e i suoi monti

Senza dilungarmi troppo, volevo rendervi partecipi e farvi entrare in sintonia con quello che il corpo e lo "spirito" di chi "vive" la montagna percepisce e volevo anticipare quel discorso che terrà base a molte riflessioni su questo blog (l'uomo e la natura) legato ad un elemento che fa da collante e da incipit a questa situazione di "benessere" : il silenzio.
Il silenzio è uno dei caratteri dell'essenza della Montagna, solo con esso si potrà divenire partecipi di ciò che i boschi e le montagne vogliono regalarci.
Tornando sui nostri passi allora, c'è da rendersi conto che chi viene "folgorato" dall'altopiano Laceno non può fare a meno che tenerlo dentro in quegli istanti dove tutto tace e la natura parla. Immaginate di dormire sul lago la notte, svegliarsi prima dell'alba, aspettare le prime luci illuminare l'aria e affacciarvi dalla vostra tenda per "ascoltare" il "buongiorno" della piana. Questo è l'istante in cui si diviene parte del posto, dove la natura fa il suo corso e l' "Io" non può far altro che confondersi e fondersi con essa. Ricordo il vento attraversare le gole tra gli alberi del Cervialto e del Raiamagra "sussurrare" la vita della Montagna, le nebbioline elevarsi come spiriti dai boschi resi evanescenti da sole, la luce prender possesso del piano e l'erba che dopo essersi lavati di brina o rugiada si sveglia e si erge a padrona, il cantare degli uccelli il loro dominio, il ragno tessere la sua tela resa lucente dalla gelata in ogni panchina costruita dall'uomo, il satellio della vita sott'acqua... e quando tu, ti fermi seduto a non turbare il corso di queso "fiume" , chiudi e apri gli occhi e ascolti con attenzione, ti accorgi che questo posto ti "parla", vuole condividere con te la sua bellezza, e ti rendi conto che in quel piano c'è un Dio che manda la sua "Anima" a prendere il Sopravvento rendentoti impassibile e inerme osservatore di quel Creato.
"Vivere" la montagna in generale e il Laceno è soprattutto "abbandonarsi" ai messaggi che ci manda, non facendoci pren
Purtroppo quel "Silenzio" una volta entrati in "meditazione" e essersi resi un "tutt'uno" al primo tocco umano, al primo rumore non naturale, si interrompe e tutto inzia a tornare lentamente alla normalità, anche se non sarà mai più la stessa cosa e tutto li sopra ci sembrerà diverso e "vivo".
giovedì 1 maggio 2008
Le "ore" del lago
L'alba come punto di riferimento per eccellenza dei giochi di luce, rende l'atmosfera sobria e sottile, quasi sempre accompagnata dalle nebbioline tenui, l'altopiano regalerà quel sapore di "nuovo" legato alla

Quando il sole riesce nel tentativo del "valico", i primi raggi toccano "terra", non violenti e con tutta la grazia della natura accarezzano l'erbetta del piano cominciando dai primi pascoli fino a riflettersi e a specchiarsi sulle piccole onde, formate dal vento, del lago (e da qui i vari colori che tratteremo). Gli animali iniziano ad orientarsi e sembrano quasi convinti e decisi a riprendere il loro posto nell'altopiano dopo una notte quasi sempre gelida a causa delle inversioni termiche.
Il sole inizia a posare alto e prima che tocchi il centro comincia già a colorare e ad "infiammare" le tonalità del verde in primavera, del giallo in estate (secchezza dei campi), del rosso in autunno e del bianco in inverno. Nel mezzo della mattina che noi raggiungiamo il massimo della lucentezza e della vita, finchè a mezzogiorno e da mezzogiorno inizia il lento calare dietro il Raiamagra che rimanda la vita alla notte e fa si che il sonno dei colori prenda il sopravvento. Ma quel "sonno" non è "morte" ed è cosi che tra il primo pomeriggio e i primi segni di declino del sole da piena lucentezza iniziamo ad avvertiere, magari stando

Inizia a calare il sole, la luce non giunge più e lo scuro avanza, le prime luci del villaggio si accendono, il lago inzia a tingersi di un blu particolare in inverno e di un verde scuro in estate, chiaro segno del riposo che attenderà il Laceno durante la lunga notte...
mercoledì 30 aprile 2008
L'altopiano dai 3 "avamposti"

Il monte Raiamagra però non è l'unico posto dove poter osservare dall'alto l'intero pianoro e affinchè nel mio archivio fotografico no
Il re dei monti però non è l'ultimo posto dal quale è possibile osservare l'intero altopiano, infatti vi è ancora da definire il cosiddetto "terzo avamposto". Per un attimo tralasciamo i sentieri montani e le seggiovie ed entriamo in auto. Ritorniamo all'ingresso del piano e dirigiamoci verso la strada che attraversando ai campi conduce a Lioni. Dal piano ,attraversando alcuni pascoli ,parte una strada asfaltata che salendo all'inizio in una faggeta caratteristica da ambo i lati della carrreggiata, ci condurrà fin su un piccolo scollinamento. Lo scollinamento è facile da capire, non è segnalato, ma sicuramente ai vostri occhi sul lato destra della strada vi si aprirà una piccola mulattiera, inoltre una rupe difronte a voi vi delineerà questa zona. Posate la macchina e dirigetevi a piedi verso la mulattiera che conduce tra le rocce nella

Ora premettendo che di "avamposti" ce ne saranno a migliaia dato che ogni monte e ogni collina può essere esplorata e può essere "conquistata", in questo capitolo ho voluto concentrare l'attenzione sui tre punti d'osservazione più raggiungibili e più significativi del mio "viaggio". Sono molto curioso del "quarto avamposto",il Monte Piscacco, un luogo che purtroppo non ho avuto ancora modo di scoprire. Ma ovviamente ci stiamo già attrezzando per un'escursione degna di questo importante "obiettivo", sperando di potervi regalare le immagini al più presto.
lunedì 28 aprile 2008
Estate secca e calda.... freschezza interiore!
Un altro momento di pausa e di "divagazione" per omaggiare l'estate e immeterci già nella sua ottica.
Questo piccolo video è stato registrato durante un'uscita della "Compagnia del Raiamagra", un'entità che non sarà ancora svelata ma che presto avrete modo di consocere. Un giro intorno all'altopiano dal Villaggio Laceno per via Serroncelli fino ad arrivare al Lago. Il rumore di sottofondo è il vento caldo che accarezzava la mia mano fuori dal finestrino. Il lago secco e quasi prosciugato dalla calura estiva stava cambiando colore all'avvicinarsi del tramonto. Alcuni tandem parcheggiati sui bordi del circuito e qualche auto ancora ferma, segno di turisti ancora li presenti (ore 18.00) a godersi il mitico panorama.
Questo piccolo video è stato registrato durante un'uscita della "Compagnia del Raiamagra", un'entità che non sarà ancora svelata ma che presto avrete modo di consocere. Un giro intorno all'altopiano dal Villaggio Laceno per via Serroncelli fino ad arrivare al Lago. Il rumore di sottofondo è il vento caldo che accarezzava la mia mano fuori dal finestrino. Il lago secco e quasi prosciugato dalla calura estiva stava cambiando colore all'avvicinarsi del tramonto. Alcuni tandem parcheggiati sui bordi del circuito e qualche auto ancora ferma, segno di turisti ancora li presenti (ore 18.00) a godersi il mitico panorama.
sabato 26 aprile 2008
La gara sul Lago... "colpa della giuria"

La giuria ci chiamò alla linea di partenza, la prima batteria fuà quella del gruppo 25-35 anni e cosi dopo circa 3 minuti dal primo "via", partimmo anche noi. Il circuito si percorreva in senso orario, si doveva completare per ben 15 volte e al quindicesimo giro bisognava uscire dal circuito per completare la corsa su una salita posta esattamente all'ingresso dell'altopiano. Un circa 300-500 metri con una pendenza dell'8-9% dove era situato l'arrivo. La gara iniziò subito con un ritmo elevato nonostante il rettilineo di partenza fosse in leggerissima salita e con vento contrario. Non si scendeva mai sotto i quaranta orari nella battute iniziali e subito si an


Quando la "giuria" ti fa perdere una corsa, non è come averla persa sul campo, non sei stato sconfitto dal tuo avversario ma dalla cattiva organizzazione e cosi al sol pensare a quella ghiotta occasione mi viene rabbia e tristezza. Son passati anni e non sono andato più a riprovare quella gara, se non una prova a cronometro nel 2004.
Ora nel mio immaginario c'è un giorno nel quale tornerò li su e farò mia questa corsa (dovrò riprendere ad allenarmi però) sperando di poterla raccontare su questo blog.
venerdì 25 aprile 2008
Altopiano meta invernale, estiva, primaverile e autunnale

Dalla primavera all'estate... e qui dal trekking passiamo al relax e al riposo assoluto. Posto ideale per sedersi sotto il verde d

Ma l'attività per eccellenza a mio avviso è il riposo nei boschi adiacenti al piano l'Acernese e al piano dei Vaccari, dove vi sarà possibile trovare sotto le faggete ampi spazi verdi e freschi dove leggere o fare qualche chicchierata con gli amici, senza contare le postazioni attrezzate per cucinare (lasciando sempre tutto pulito!!) e quindi per passare l'intera giornata.
L'autunno (stagione finale di questo resoconto) invece, è la stagione della riflessione e della fotografia. In questo periodo il lago non è molto frequentato e infatti i mesi da Settembre a Dicembre sono quelli dove il silenzio la farà da vero padrone, insieme ai numerosi colpi d'occhio. Il giallo delle piante vi scalderà l'anima, i tappeti rossi del sottobosco vi massaggeranno le piante dei piedi durante le vostre escursioni oltre a prestarvi campo per le vostre fotografie. Il lago

Quindi dall'analisi ne emerge un Laceno 365 gradi, visitabile in ogni periodo dell'anno e a seconda delle aspettative in una determinata stagione. Per chi come me ha preso questo posto come obiettivo di "studio" di "passione" sicuramente non vi sarà mese che verrà dimenticato e vi assicuro che man mano la conoscenza del "lago" entrerà in voi inizierete a provare il desiderio di osservarlo anche più volte in una settimana.
giovedì 24 aprile 2008
"Silenzioso" vento freddo...
Un po di spazio all'immaginazione, un ricordo freddo del Marzo 2007, un post di attesa, un post dedicato all'inverno ormai passato e all'estate che si avvicina. Tra le gelide fronde sulla Cima del Monte Raiamagra, nei pressi del belvedere panoramico inghiottito dalla nebbia. Vento, freddo e tanto "silenzio" nel rammentare e nel vivere la montagna.
Una disputa "storica"... Terminio o Laceno?

Operando allora questa distinzione direi di interessarci della paesaggistica come primo aspetto di distinzione del posto. Come abbiamo ripetuto più volte è un altopiano posto a 1100 m, circondato da monti alti dai 1650 ai 1809 ricoperti da fitte faggete. La faggeta è l'elemento caratterizzante di tutto il comprensorio Irpino e Picentino ma è prorpio qui che inziamo a notare le prime differenze con il resto dei monti.
Una innata "irregolarità precisa", una trasformazione della vegetazione in "perfezione sparsa" fanno in modo che le faggete del "laceno" rappresentino una meravigliosa "imporvvisazione della natura" dove ogni albero se pur collocato in maniera ineccepibile (come la natura sa fare) non rende l'idea di un tutt'uno col bosco. Quante volte vi sarete addentrati in una faggeta e avrete pensato che "è tutto uguale". Ebbene, qui il concetto del "è tutto uguale" svanisce, forse per un'immersione psicologica dei sentimenti (chi sa), eppure ti accorgi di vivere in un mondo che non conosce regole e che tra i suoi gemelli si differenzia (approfondiremo in altri capitoli).
Passando dall'aspetto vegetale, l'attenzione cade invece anche su aspetti umani veri e proprio e quindi sull'impatto ambientale del villaggio turistico e del circuito. Per quanto l'uomo possa sempre danneggiare e trasformare l'ambiente sull'altopiano regna ancora una certa "legge", la legge della sobrietà e del rispetto nelle costruzioni. Tralasciando il vecchio Motel abbanonato (vi saranno degli studi dato che da Santuario diventò Rifugio e poi Albergo) che tutt'ora in qualche modo rappresenta una caratteristica, la presenza esterna si confonde con quella vera e cosi un'area pic nic ben integrata con bracieri e fontane in pietra si abbina a villette montane (stile trentino alto adige), ad un villaggio sistemato e preciso, fin addirittura ad un presidio dei Carabinieri in pieno stile appenninico. Non manca purtroppo la scostumatezza e la barbarie dell'uomo che in determinati periodi dell'anno "attenta" alla vita del luogo (ne parleremo). Sul turismo Invernale e sulla ristorazione avremo modo di soffermarci in seguito (con un bell excursus sulle tipicità bagnolesi) , mentre su alcune particolarità metteremo il punto ora (salvo riprenderle per approfondire). La neve, il lago, i colori, l'acqua...apparentemente 4 elementi omologati,eppur qui diventano 4 essenze tutte da scoprire. Dal cristallo di neve che qui grazie all'esposizione ai venti prende una f
orma a scaglia particolare, al lago che cambia forma, ai colori dell'acqua e del comprensorio che mutano anche più volte in una sola giornata. Inutile perdersi in poesie, ma questi elementi sono tutti documentati e alcuni studi che sto portando a termine sui colori del lago renderanno l'idea della grandezza della natura.
Quindi, da ciò che abbiamo raccontato ne emerge una disputa seria e costruttiva, una disputa che serve anche da incentivo a studiare e a valorizzare i nostri sentieri e le nostre roccaforti del turismo. Terminio e Laceno si contendono il trono delle particolarità e delle bellezze, una sfida tra veri appassionati difficile da aggiudicarsi (tranne per sentimento ovviamente) che continuerà all'infinito accrescendo ogni volta e incrementando il suo "bagaglio tecnico e culturale".
Passando dall'aspetto vegetale, l'attenzione cade invece anche su aspetti umani veri e proprio e quindi sull'impatto ambientale del villaggio turistico e del circuito. Per quanto l'uomo possa sempre danneggiare e trasformare l'ambiente sull'altopiano regna ancora una certa "legge", la legge della sobrietà e del rispetto nelle costruzioni. Tralasciando il vecchio Motel abbanonato (vi saranno degli studi dato che da Santuario diventò Rifugio e poi Albergo) che tutt'ora in qualche modo rappresenta una caratteristica, la presenza esterna si confonde con quella vera e cosi un'area pic nic ben integrata con bracieri e fontane in pietra si abbina a villette montane (stile trentino alto adige), ad un villaggio sistemato e preciso, fin addirittura ad un presidio dei Carabinieri in pieno stile appenninico. Non manca purtroppo la scostumatezza e la barbarie dell'uomo che in determinati periodi dell'anno "attenta" alla vita del luogo (ne parleremo). Sul turismo Invernale e sulla ristorazione avremo modo di soffermarci in seguito (con un bell excursus sulle tipicità bagnolesi) , mentre su alcune particolarità metteremo il punto ora (salvo riprenderle per approfondire). La neve, il lago, i colori, l'acqua...apparentemente 4 elementi omologati,eppur qui diventano 4 essenze tutte da scoprire. Dal cristallo di neve che qui grazie all'esposizione ai venti prende una f
Quindi, da ciò che abbiamo raccontato ne emerge una disputa seria e costruttiva, una disputa che serve anche da incentivo a studiare e a valorizzare i nostri sentieri e le nostre roccaforti del turismo. Terminio e Laceno si contendono il trono delle particolarità e delle bellezze, una sfida tra veri appassionati difficile da aggiudicarsi (tranne per sentimento ovviamente) che continuerà all'infinito accrescendo ogni volta e incrementando il suo "bagaglio tecnico e culturale".
mercoledì 23 aprile 2008
Lago o altopiano? Un po di storia...



C'è da dire però, che l'altopiano in alcune annate invernali riesce ancora a rimpirsi completamente, ma ai primi caldi l'acqua non regge e cosi ritorna alle sue attuali dimensioni. In questi ultimi anni un po le nevicate dal 2005 al 2006 con le attuali del 2008, un po l'incredibile apporto pluviometrico di quella zona irpina, sembra abbiano favorito però un leggero aumento del volume del lago e speriamo che in un tempo non troppo lontano madre natura ci voglia di nuovo regalare quelle emozioni e quelle immagini di un tempo.
Indicazioni... come arrivare al Piano (la mia strada preferita)

Sembrerebbe banale ma un post dedicato alle strade per raggiungere il Piano Laceno era d'obbligo. Naturalmente come è ovvio che sia a seconda della partenza esistono vie meno o più convenienti ma per oggi voglio focalizzare l'attenzione sul percorso che reputo il più rilassante paesaggisticamente e il più stancante per la guida. Il percorso che preferisco, il percorso che farei centinaia di volte (a dire il vero l'ho fatto gia migliaia di volte) è quello della "mitica" statale 164. Abitando a Bellizzi, molti mi consigliano di proseguire per l'Ofantina ed uscire a Caposele, ma ormai per me la 164 è quasi un rituale d'obbligo e in questi anni ho imparato "vita, morte e miracoli" di questi 50 km che mi separano dall'altopiano. Per non perderci in chiacchiere direi di inziare subito con una breve descrizione del percorso con annessa altimetria del percorso partendo da Bellizzi (SA) : Km 50 - dislivello totale in salita 1670 m (dopo spiegherò il perchè) - quota di partenza 60 m - quota arrivo 1100 m - quota massima di passaggio 1200 m - Comuni attraversati Bellizzi,Montecorvino Rovella,Acerno,Bagnoli Irpino. Procediamo ora al palmo a palmo della strada e cosi sveleremo anche l'arcano sul perchè dei 1670 m di dislivello nonostante il tutto porterebbe a pensare all'incirca 1100 metri.
Immettendosi sulla SS 18 a Bellizzi proseguiamo per circa 1 km in direzione Battipaglia fino a giungere a Piazza Europa dove troveremo un quadrivio. Al quadrivio proseguire a sinistra in direzione Montecorvino Rovella sulla statale 164 per circa 11 km. In questi 11 km uscendo dal centro abitato di Bellizzi, superando la zona industriale si giunge nella prima frazione di Montecorvino, Macchia (piccolo centro abitato), superata Macchia e superato il bivio per Olevano sul Tusciano si giunge in loc. San Martino. In questa località sono due le opzioni, o proseguire verso Montecorvino Rovella oppure prendere la deviazione a destra a 2 km prima del centro abitato in direzione "Ristorante La Lanterna" in località Lappe. Sconsiglio chi viaggia per la prima volta questa strada secondaria, in primis perchè molto dissestata, in secundis perchè difficile orientarsi in mulattiere senza cartelli e senza indicazioni, una vera e prorpia scorciatoia per "esperti del posto". Quindi, proseguiamo da San Martino, superando due tornanti e arrivando in frazione Ponte Mileo dove vi si aprirà un bivio la cui scelta è ininfluente dato che il passaggio per il paese è obbligato, ma in ogni caso dilunghiamoci sulle due strade. La prima deviazione possibile è sulla salita di Santa Maria (deviazione a Sinistra), un drittone di circa 700 m che giunge dinanzi al Campo Sportivo e dal Campo Sportivo proseguendo dritto porta alla colonnina al centro del paese. L'altra strada (deviazione a "destra", ma è quasi un proseguire dritto) allunga di 1 km circa ma è provvista di uno spunto per un nuovo percorso, infatti giunti a Parco Rimembranza una stradina stretta sulla destra (la noterete al fianco di un muretto sulla destra dell'arco di Parco Rimbembranza) scende in località Sant'Eustacchio per poi sbucare sulla 164 evitando il Paese, ma anch'essa per chi non conosce il posto è sconsigliata. Evitando la deviazione, tra l'altro impercettibile per chi non conosce la zona, si giunge sul viale dei Cappuccini fino alla colonnina sita al centro del paese. Ripartiamo ora proprio da questa colonnina, proseguendo dritto fino alla piazza dei Caduti dove seguiremo la deviazione a destra in direzione Acerno evitando la deviazione per Giffoni Valle Piana. Giunti a questo bivio abbiamo percorso i primi 240 m di dislivello e siamo pronti ad affrontare i prossimi 480 m che da Montecorvino ci porteranno in località Lappe al primo scollinamento per arrivare ad Acerno, infatti presa la deviazione a destra si prosegue per circa 8 - 9 Km attraversando la piccola frazione di San Lazzaro, nella parte più bella della 164 passando per i boschi di nocciole e castagni, osservando il Santuario della Madonna dell'Eterno, restando esterefatti dalla bellezza del Monte Raione visibilissimo al bivio di Olevano (naturalmente noi proseguiamo sempre in direzione Acerno), osservando il Mare e la piana prima di addentrarci definitivamente nella montagna. Quando scompare l'apertura alla piana, gli alberi di castagno la fanno da padrone, si inzia a scoregere il Monte Accellica e poco prima di giungere presso una fattoria possiamo fermarci ad una fontana ed una sorgente. La fontana è ben visibile sulla destra, la sorgente invece si raggiunge a piedi in una curva prima di un drittone che porta alla suddetta fattoria, posando la macchina al lato, salendo per quattro cinque gradini e assaporando l'acqua gelida e salbure del posto. Dalla fattoria (sicuramente vi imbatterete in mucche, maialini, cavalli)

Note
La strada da Montecorvino in poi può essere rischiosa se non si fa attenzione ai numerosi animali domestici che transitano liberamente. Non difficile è incontrarvi mucche, tori, cavalli, maiali (tra gli animali che potrebbero crearvi problemi relativi) e volpi, ricci, conigli e lepri (tra gli animali caratteristici). Attenzione inoltre alla possibilità di acqua sulle strda (dovuta alle sorgenti o alle nevi che si sciolgono) e alla pendenza della salita finale.
martedì 22 aprile 2008
Tutto iniziò con una "apparizione"...


Aspettai una decina di minuti finchè non arrivarono su gli altri... nel frattempo assaporava quell'acqua spacca denti e mi guardavo intorno. Arrivato il resto della compagnia con Giuseppe e Giovanni, prendemmo le bici affrontammo un piccolo tratto di salita ancora e poi via verso l'altopiano. L'aria era frizzantina, gli alberi ci accompagnarono nella discesa verso il piano rinfrescandoci e al primo passo nel circuito del Lago mandire di mucche "ostacolavano" il nostro cammino. Era davvero un posto bizzarro, strano, magico e diverso dagli altri...pedalare in una pianura a 1100 metri era un qualcosa di indescrivibile, sembrava di essere i padroni della montagna, sembrava di vivere li dove ogni amante della natura e dello sporto sogna di vivere. La gioia di questa esperienza ci portò a non considerare il tempo e girammo addirittura ben 7 volte intorno a quel circuito di 5,5 km prima di tornare giu verso Bellizzi, ma nel frattempo ci fermammo di nuovo a riempire le borracce all'ombra di un albero sul viale parallelo alla strada per Lioni. Un vitellino ci guardava incurisoito, la luce degli alberi filtrava dalle foglie e il sole cosi non creava problemi. L'altopiano secco di calura trasmetteva un brivido strano... era solo l'inizio di quel percorso e di quel "sentiero ideale" che mi avrebbe accompagnato nel corso degli anni in quei posti.
* La tradizione ciclistica del nostro gruppo era molto legata alle fontane, infatto puntualmente ogni giro era caratterizzato da una fonte d'acqua. Fino allora, prima del giro del Laceno il primato era della fontana situata sotto Controne ai piedi degli Alburni.
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