Quando si inzia a conoscere un posto e quando diventa intensamente un "piccolo confidente", un luogo magico e pieno di valore, ti rendi conto che alla base di tutto quel "sentire" c'è quella fiamma dei ricordi che arde ogni qual volta guardando una pianta, una montagna o una persona si accende e inzia a bruciare. Mentre brucia, non è possibile scappare e dove ha creato un "incendio" il terreno non diviene brullo ma fertilissimo e con se porta tantissimi frutti nel pensiero.
Cosi è il mio rapporto con questo angolo di "paradiso irpino" dove ad ogni singolo elemento riesco ad accostare un ricordo, un'avventura e un sentimento che nella memoria rinnovano tanta soddisfazione e tanta gioia.
Il ricordo, i pensieri, le emozioni sono quel miscuglio indispensabile che ti portano a scrivere pagine e pagine senza interruzione, anche in quei giorni dove pensi non si possa dar "voce" a niente di particolare, dove basta una foto per mettere in moto l'ingegno e creare un fiume di parole che difficilmente potrà andare in secca.
Pensando alla miriade di ricerche storiche e alle tantissime informazioni che in questo periodo sto raccogliendo sul Laceno per comprendere a fondo la storia e le tradizioni sull'altopiano, il mio pensiero è andato indietro nel tempo e passo dopo passo è riuscito a collegare e a rimettere in piedi ogni singola avventura, ogni singolo passaggio e ogni singola esperienza vissuta sul Lago ed è arrivato il momento che la mia mente fresca di queste recezioni inzii a raccontarvi e ad "immortalare" per iscritto tutto ciò che c'è stato di divertente, di interessante, di triste (capita) e di entusiasmante in questi anni. Davanti ai miei occhi come un film "fotogramma per fotogramma" si perpetrano le vicende nell'autunno 2006, le competizioni ciclistiche, le indimenticabili "trasferte" della "Compagnia del Raiamagra", le nevicate storiche, i pomeriggi d'

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