venerdì 16 maggio 2008

La prima volta con la neve :inverno 2005-2006(da un vecchio appunto)

Dopo giorni passati a casa decisi di salire ad Acerno...non avevo la patente, ne altri amici erano ancora patentati,l'unico mezzo di trasporto rimaneva sempre e solo l'autobus! La sera chiamai il mio amico Gianni e gli proposi questo giro ad Acerno,così all'avventura; al paese c'era pochissima neve (avevo telefonato i ragazzi di Acerno che mi avevano poi invitato a pranzo). Giannino, non aveva mai visto la neve e cosi subito fu preso dall'idea di salire con me! Il giorno dopo, sveglia alle 6.30 per arrivare alle 7.10 davanti alla fermata per salire prima a Montecorvino Rovella e poi prendere la coincidenza delle 8.25 per Acerno. C'era il sole, ma l'aria era fredda, tirava sempre il solito venticello di gracale, a Bellizzi congelavamo, a Rovella le mani non le sentivamo e finalmente arrivò il pulman...il viaggio fino ad Acerno passò tranquiilametne, osservando dal vetro la Piana del Sele che si allontanava pian piano, fino a scomparire dietro le prime curve che si inerpicano a 500 metri d'altezza tra i Picentini...neve neanche l'ombra fino al tratto di montagna esposto al mare, ma appena entrammo nella montagna si vedevano i primi leggeri accumuli...Giannino era alla sua prima bianca visone e saltò letteralmente dal seggiolino. Intanto io dalla vegetazione cercavo di intravedere il Paese per vedere se era bianco o si era già tutto sciolto...in realtà il bianco c'era ma preferii non dire niente. Arrivati a "N'dramaciume" chiami il mio amico di Acerno Simone per farlo avviare in Piazza ad accoglierci, stava ancora dormendo e non vi dico cosa mi rispose . Prima di arrivare al paese,un grande accumulo di neve era ben visibile nel tornante dell'Agriturismo San Leo, quel tornante che cilisticametne chiamiamo "il primo tornante della Madonna" perchè a pochi metri c'è una statuetta in una roccia della Vergine Maria (il secondo è al Laceno). Arriviamo in piazza, Simone non c'era ancora e per telefono ci disse che stava al Viale...allora non conoscevo Acerno bene come adesso e quando esclamai: "QUALE VIALE!!???", subito una signora anziana che mi aveva riconsciuto come amico dei nipoti (ma io non sapevo chi fosse) mi indicò la strada. Io e Gianni sembravamo dei turisti con quello zainetto sulle spalle! Ci recammo da Simone, ci portò a casa sua, la madre ci offri un bel caffè caldo,e voleva accendere la stufa...ma le dicemmo che già il caminetto bastava!Che bello quel fuoco! Dalla finestra del balcone si vedeva Accellica, bianca e con una nuvoletta spopra...la signora di casa subito ci disse che fuori c'erano 0° e che se quella nuvola si fosse spostata avrebbe nevicato anche giù.
Tempo di po
sare gli zaini e di ringraziare la madre del mio amico che scendemmo a fare una camminata per il paese. Simone era "scioccato" perchè io e Gianni non facevamo altro che passeggiare nelle chiazze di neve e soprattutto camminavamo nell'eraba davanti agli occhi di tutti che passeggiavano per strada. Arrivati in piazza decidemmo di svegliare Roberto e poi andammo a chiamare anche Donato! Donato con la sua vecchissima auto, capìì perchè eravamo saliti e allora ci caricò e decise di portarci in un posto. Ma prima di arrivare al garage per prendere la macchina, nel paese si scatenò una "guerriglia nevosa" con Simone, il quale da buon Acernese non esitò a lanciarmi un "pezzotto" di legno contro! (che ricordi).
Donato aprii il garage e ci fece salire...direzione Piano del Gaudo! L'euforia era alle stelle, già alla Madonna delle Grazie la neve era abbondante, Polveracchio era uno spettacolo e la Croce del Magnone era impraticabile. Proseg
uimmo ancora per qualche chilometro finchè non trovammo ghiaccio, Donato dall'alto della sua esperienza automobilistica sul ghiaccio, continuò fino a Bardiglia (dove c'è il maneggio), un piano sotto stante al Gaudo che porta al Polveracchio. Stavamo per scendere quando arrivò la chimata del Padre di Simone che ci intimò di tornare a casa a mangiare. Non avemmo neanche il tempo di scendere a toccare la neve che ritornammo ad Acerno. Pranzammo tutti a casa di Simone (famiglia accogliente davvero,li ringrazierò sempre), raccontanto le disavventure e le idiozie di un nostro caro amico di Montecorvino! I genitori del mio amico si divertirono molto e ci prepararono un pranzetto super a base di Penne alla Boscaiola, cotolette e insalate e infine Castagne di Acerno! Pranzammo la bellezza di 2 ore..poi vidi Simone parlare con i suoi e ad un certo punto chiamò la stazione vocale del Laceno: "Al piano temperatura di -6° con 25 cm...." Non avevo ancora capito, ma poi scendemmo tutti nella macchina di Donato e proseguimmo alla volta delle Croci! Paesaggio imbiancato che passa tra i castagnetri immersi in una vallata tra Accellica e Toppa del Magnone, un luogo incontaminato, pieno di animali e montanari in passeggio. La neve era davvero tanta alle Croci, volevo scendere ma Donato non si fermò e prosegui verso il Bivio per Bagnoli Irpino...STAVAMO ANDANDO AL LACENO! E non me lo aspetavo...Dalle Croci a Bagnoli gli accumuli erano davvero notevoli, nell'avellinese la quota neve era stata molto più bassa e fino a 500 m la neve era abbondante! Prendemmo la strada per il Lago, ma subito le cose si misero male...la macchina del 1987 caricata con 5 persone faticava troppo! Donato incominciò a salire di prima...non si saliva oltre i 20 orari, era affogata! Ma Donato voelva portarci sopra al Lago...a tutti i costi.La macchina nei tronanti faticava eccessivamente e Simone scese per alleggerirla...nell'ultimo tornante nonchè il più pendente dovemmo scendere tutti! La macchina puzzava di bruciato, la frizione era in panne, e con grande forza spingemmo la macchina a 4 in quel tronante mentre Donato cercava di accelerare a più non posso. Superato il tornante, ci fermammo a guardare il panorama dalla statua della Madonna!Sassetano era imponente,l'aria era nuvolosa e fredda!La neve cumulata dallo spazzaneve era ghiacciata e Roberto cercava di vedere se calpestandola e saltdantoci su si rompeva...mi avvicinai ad un palo di legno e notai con dispiacere che il vento aveva abbattuto l'insegna dedicata allo scatto di Marco Pantani nel Giro del 1998 (Tappa vinta da Zulle). Ci riposammo un po e poi ripartimmo...era la peima volta che salivo al Laceno con la Neve! Facemmo prima un giro del circuito e poi ci fermammo nell'area Pic-nic.Posammo l'auto e scendemmo in riva al Lago! Era ghiacciato!Ed io e Roberto ci camminammo sopra come dei Pazzi!Cercavamo di rompere il lastrone, ma non c'era modo di scalfirlo,trovammo un enorme masso e insieme lo lanciammo lontano ma non successe niente. Roberto poi inventò un gioco strampalato,da lui chiamato il "Pinguino stanco" e mettendosi con la pancia sul Lago ghiacciato si faceva spingere da noi..mentre lui con gambe e braccia divaricate rotolava...(che follie)...stavamo per andarcene quando sotto di me, si ruppe il lastorne!Ma fortunatamente sotto c'era terra!Fiuuuuu!Si fece scuro!Avevo paura del ghiaccio e chiamai tutti a rapporto per tornare! Fece notte subito, il ghiaccio iniziava a formarsi e quella macchina con le ruote lisce faceva fatica a reggersi!Meno male che arrivammo subito a Bagnoli!La salita verso le Croci fu di un'emozione indescrvibile, la neve illuminata dai fari era splendidametne candida e ad un certo punto dissi di fermarci...scendemmo, spegnemmo i fari e c'era solo la luce della Luna che rendeva il paesaggio incantevole. Cielo limpido, la Luna in cielo che illuminava il Terminio e la neve sotto i nostri piedi, quell'aria gelida, ferma che si sentiva sulla pelle e nelle narici...che sensazioni!!!Purtroppo durò poco perchè per paura del ghiaccio riprendemmo a salire...una mucca ci tagliò la strada e perdemmo tanto tempo dietro di lei prima che se ne andasse, ma la macchina comunque era fusa, saliva a 40 Km/h sempre in seconda. Arrivati al Paese, ci salutammo ringraziai Roberto e Donato e ritronammo a casa di Simone. Ci asciugammo davanti quel camino e ascoltammo l'ultimo CD di Vasco Rossi...non volevo andarmene!La giornata era stata incantevole. Ma poi si fecero le 18.20 e purtroppo alle 18.50 dovevamo prendere l'ultima corsa per tornare a casa. Per il viale le luci accese e le stelle che luccicavonano rendevano l'erba bianca ancora più magica...dentro di me si mescolavano gioia e nostalgia...arrivati in piazza ci abbracciammo come amici che non si sarebbero visti più (quando mai ci vedevamo tutti i giorni a Rovella), prendemmo il pulman e scendemmo a Bellizzi......

Quei ragazzi ci fecero passare una girnata stupenda, anche a discapito di una macchina che dopo è stata portata allo scasso...ma non seppi fino a qualche giorno dopo, che Simone e gli altri amici, conscevano il mio stato d'animo per una mia delusione e organizzarono tutto per farmi dimenticare quell'episodio! Che amici! Come fare a dimetnicare queste esperienze!?!?!?

(tratto da un vecchio appunto abbandonato sui miei fogli)

martedì 13 maggio 2008

Ricordi, pensieri e...


Quando si inzia a conoscere un posto e quando diventa intensamente un "piccolo confidente", un luogo magico e pieno di valore, ti rendi conto che alla base di tutto quel "sentire" c'è quella fiamma dei ricordi che arde ogni qual volta guardando una pianta, una montagna o una persona si accende e inzia a bruciare. Mentre brucia, non è possibile scappare e dove ha creato un "incendio" il terreno non diviene brullo ma fertilissimo e con se porta tantissimi frutti nel pensiero.
Cosi è il mio rapporto con questo angolo di "paradiso irpino" dove ad ogni singolo elemento riesco ad accostare un ricordo, un'avventura e un sentimento che nella memoria rinnovano tanta soddisfazione e tanta gioia.
Il ricordo, i pensieri, le emozioni sono quel miscuglio indispensabile che ti portano a scrivere pagine e pagine senza interruzione, anche in quei giorni dove pensi non si possa dar "voce" a niente di particolare, dove basta una foto per mettere in moto l'ingegno e creare un fiume di parole che difficilmente potrà andare in secca.
Pensando alla miriade di ricerche storiche e alle tantissime informazioni che in questo periodo sto raccogliendo sul Laceno per comprendere a fondo la storia e le tradizioni sull'altopiano, il mio pensiero è andato indietro nel tempo e passo dopo passo è riuscito a collegare e a rimettere in piedi ogni singola avventura, ogni singolo passaggio e ogni singola esperienza vissuta sul Lago ed è arrivato il momento che la mia mente fresca di queste recezioni inzii a raccontarvi e ad "immortalare" per iscritto tutto ciò che c'è stato di divertente, di interessante, di triste (capita) e di entusiasmante in questi anni. Davanti ai miei occhi come un film "fotogramma per fotogramma" si perpetrano le vicende nell'autunno 2006, le competizioni ciclistiche, le indimenticabili "trasferte" della "Compagnia del Raiamagra", le nevicate storiche, i pomeriggi d'Ottobre, le scalate sulle pareti di ghiaccio in pieno Inverno, i simpatici duetti con gli addetti delle seggiovie, i caffè presi al caldo dei bar e dei rifugi, le piogge estive, le giornate a fotografare i funghi, le camminate a piedi sul circuito, le bevute alla Tronola, la prima volta sul Raiamagra galavernato, i miei primi passi nella neve altissima, le avventure con i compagni acernesi... e tantissime altre ancora. Quindi da oggi in poi, durante le trattazioni di carattere descrittivo e di interesse storico naturalistico credo sia opportuno inserire nel contesto tutte quelle vicissitudini che mi hanno reso partecipe di quel processo "sentimentale" nei confronti dell'altopiano e dei suoi Monti, quell' "affetto" che può comprendere chi come me ama la montagna e chi ama la montagna sa che c'è sempre un posto sopra gli altri che ti caratterizza e che diventa il tuo simbolo per l'eternità ed oltre ad essere il tuo vessillo sei tu stesso a diventare bandiera e condottiero di quel posto. Largo spazio allora a frasi, a ricordi e a narrazioni dal sapore "epico" e a volte anche "ludico-comico", ma ogni tassello è necessario al fine di comporre il quadro generale che fa parte della "mia vita sul Lago".